ASSOCIAZIONE GENITORI-SCUOLA DI SETTIMO TORINESE (TO)

PER LA DIFESA E IL MILGIORAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA

 

LA SCUOLA DEVASTATA: TAGLIO DI 200.000 POSTI E SMANTELLAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA

Dopo gli anni dei tagli da parte di vari governi, il governo Berlusconi, dal momento in cui è entrato in carica, non ha cessato un attimo di aggredire la Scuola Pubblica, attraverso :

- L’Art. 64 della Legge n.133 del 6 agosto (ex-decreto Brunetta del 25 giugno) ;

- Il Decreto Legge n. 137 del 1° settembre ;

- Il Bilancio di Previsione dello Stato per l’anno finanziario 2008 ;

- Il Piano Integrato che la ministra Gelmini ha presentato il 19 settembre ;

Vediamo in dettaglio che cosa prevedono.

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ART. 64 - LEGGE N. 133/2008

Contenimento della spesa pubblica - disposizioni in materia di organizzazione scolastica

 

1. Viene “incrementato, gradualmente, di un punto il rapporto alunni docente, da realizzare entro l’anno scolastico 2011/2012 “ Ciò significa che verranno tagliati 72.000 posti di docente attraverso l’aumento di 4-5 alunni per classe.

 

2. “Si procede …ad una riduzione complessiva del 17% della consistenza numerica (del personale ATA) determinata per l’anno scolastico 2007/08” Si tagliano così 44.500 posti di non docenti, personale amministrativo e collaboratori scolastici

 

3. Il ministro si attribuisce una serie di deleghe che gli consentiranno la trasformazione distruttiva dell’intero impianto della scuola pubblica. Le materie per cui si attribuisce la delega sono le seguenti:

 

a) “predispone, entro 45 giorni…un piano programmatico di interventi “

b)“ razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti”, tutto a discapito della serietà dell’insegnamento delle discipline e relativi apprendimenti.

c)”ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuolaIl che prevede, riduzione a 32 ore settimanali dell’orario di lezione per gli Istituti tecnici e Professionali, a 30 ore per i licei, a 27 ore per le scuole medie, 24 ore per le scuole elementari.

d) “revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi.” Per modificare il numero minimo e massimo degli alunni per classe e poter formare classi fino a 35 alunni.

e) “rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica della scuola primaria” Per poter cancellare la pluralità degli insegnanti e le classi a Tempo Pieno.

f) ”revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione degli organici ATA” Per poter predisporre,dopo la succitata eliminazione di 44.500 posti, altri ed ulteriori tagli.

g) “ridefinizione dell’assetto organizzativo e didattico dei centri di istruzione per gli adulti , ivi compresi i corsi serali” Per ridurre e progressivamente cancellare queste forme di educazione per gli adulti dall’orizzonte della scuola pubblica.

h)”determinazione e articolazione dell’azione di ridimensionamento della rete scolastica …

prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.” Si tratta di cancellare le oltre 2.000 scuole “sottodimensionate” moltiplicando gli studenti pendolari e i disagi quotidiani anche dei bambini delle scuole elementari e dell’infanzia, sguarnendo di fatto il territorio di un servizio indispensabile e calpestando l’art. 33 della Costituzione che recita: La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.”

 

4. “L’obbligo d’istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale.”Così si sdogana nuovamente la formazione professionale regionale, vero e proprio verminaio (anche oggetto di iniziative giudiziarie) e fonte di degrado culturale massimo per i giovani che la frequentano.

 

5. “Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati….comporta l’applicazione, per i dirigenti delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale” Una gravissima minaccia ai dirigenti che non attueranno o ostacoleranno l’attuazione dei tagli di personale e dei fondi previsti dall’azione governativa.

 

6. “Dall’attuazione dei commi 1,2,3 e 4 del presente articolo devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori 456 milioni di euro per l’anno 2009, 1650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012.” Complessivamente sono circa 8 miliardi di tagli ai finanziamenti statali alla scuola che corrispondono al 20% dell’intero bilancio dell’istruzione.

 

7. “Al fine di garantire l’effettivo conseguimento degli obbiettivi di risparmio si applica la procedura prevista dall’articolo 1, comma 621, lettera b della legge Finanziaria per il 2007”. In pratica se il Ministero non dovesse realizzare questi risparmi, il Bilancio della Pubblica Istruzione verrà taglieggiato d’ufficio dal Governo.

 

8.“Nella misura del 30% le economie di spesa saranno destinate ad incrementare le risorse contrattuali… per la valorizzazione e lo sviluppo della carriera del personale della scuola” Con ciò si istituisce una forma di autofagia e di cannibalismo attraverso la quale si vuole ottenere la complicità del personale all’intera operazione distruttiva messa in atto dal Governo.

 

In sintesi, gli obiettivi che il governo vuole raggiungere con l’art. 64, sono:

- aumento di 4-5 alunni per classe;

- taglio di 72.000 docenti e di 44.500 ATA;

- delega al governo a modificare in peggio l’intero sistema scolastico;

- taglio di 8 miliardi di Euro (20% delle risorse finanziarie dell’Istruzione);

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DECRETO LEGGE n. 137 (del 1° settembre 2008)

Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (Sintesi)

All’insegna della solita fretta e con l’obiettivo di escludere il Paese, i cittadini e lo stesso Parlamento da ogni conoscenza e partecipazione, il Governo ha emanato il 1° settembre 2008 il Decreto Legge n. 137 (detto Gelmini.).Il Decreto dovrà essere approvato nelle aule parlamentari entro il 1° novembre , altrimenti decadrà, e prevede :

 

·         Articolo 1 Cittadinanza e Costituzione: introduce, da quest’anno scolastico, la nuova materia “Cittadinanza e Costituzione”nell’ambito e nelle ore dell’area storico geografica e storico sociale, in tutti gli ordini di scuola. Non è previsto né un aumento orario degli ambiti né ulteriori docenti né alcun finanziamento.

·         Articolo 2 Valutazione del comportamento degli studenti: Reintroduce, sempre da quest’anno, il “voto di condotta”espresso in decimi a partire da questo stesso anno scolastico. Se inferiore a sei decimi determina la bocciatura.

·         Articolo 3 Valutazione del rendimento scolastico degli studenti. Ripristina, da quest’anno scolastico, i voti espressi in decimi. Nelle scuole elementari il voto è accompagnato da un giudizio analitico, negli altri ordini di scuola la valutazione viene espressa solo in decimi.

·         Articolo 4 Insegnante unico nella scuola primaria:Nell’ambito dei tagli previsti dalla legge n.133 (agosto 2008) Le scuole costituiscono, a partire dal prossimo anno scolastico, classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario 24 ore settimanali” “Con apposita sequenza contrattuale…è definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntivo rispetto l’orario d’obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali”

·         Articolo 5 Adozione dei libri di testo: I libri di testo verranno scelti una sola volta per l’intero quinquennio.

·         Articolo 6 Valore abilitante della laurea in scienze della Formazione Primaria : Viene riconosciuto il valore abilitante all’insegnamento del corso universitario valido per la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria.

·         Articolo 7 Specializzazioni mediche : Si modifica la normativa ed i tempi per il conseguimento dell’abilitazione dell’esercizio dell’attività professionale medica.

·         Articolo 8 norme finali “Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della Finanza Pubblica. Il Decreto è entrato in vigore dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.”

 

Come si vede argomenti rilevanti dal punto di vista educativo e didattico, vengono banalizzati e sottratti ad un confronto pubblico.

Un discorso a parte merita la “restaurazione” del maestro unico alle elementari. Negli anni 1989/90 il Paese tutto fu coinvolto in un percorso di riflessione sull’introduzione della pluralità degli insegnanti ed unanime fu la valutazione positiva della pluralità dei docenti sostenuta ed argomentata dall’esperienza già ampiamente diffusa del Tempo Pieno in cui essa era attuata da quasi 20 anni. Ora, l’art. 4 del Decreto Legge recita : “le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali”. È evidente che tale misura comporterà l’automatica abrogazione dei moduli (3 insegnanti su 2 classi, 30 ore settimanali di scuola), e del Tempo Pieno come storicamente si è definito (2 insegnanti su una classe, 40 ore settimanali di scuola) .

Non c’è dubbio quindi, che la scuola elementare, il suo svolgersi quotidiano e la sua efficacia, sarebbero demolite.

Ma come dimostra il caso del Tempo Pieno sarebbe colpita contestualmente tutta la società: i genitori che lavorano e quelli che il lavoro lo cercano e le donne che verrebbero ulteriormente penalizzate E “fumo negli occhi” sono le dichiarazioni della Gelmini: “Il Tempo Pieno verrà aumentato del 50%”. E’ chiaro che ci vuole rifilare un doposcuola, magari gestito dalle cooperative reclutate dai Comuni, come avrebbe voluto fare la Moratti.

Quello che il Ministro non dice, è che in realtà c’è un solo obiettivo che il governo vuole raggiungere: un ulteriore taglio di risorse e di posti di lavoro nella scuola. Infatti con il ripristino del maestro unico ci saranno 83.114 docenti in meno (con un risparmio aggiuntivo di altri 3 miliardi l’anno) che, uniti a quelli previsti dalla legge 133, PORTERANNO ALL’INCREDIBILE CIFRA DI 200.000 i TAGLI DI POSTI DI LAVORO.

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BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO (A.F. 2008)

Il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2008 varato dal governo (e che dovrà essere approvato entro dicembre), per quanto riguarda la Scuola, prevede i seguenti stanziamenti :

SPESE PER IL FUNZIONAMENTO AMMINISTRATIVO E DIDATTICO

Stanziamenti per il funzionamento amministrativo e didattico delle scuole

(in milioni di Euro)

Anni

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008*

Var. 2001/08

stanziamenti

331

248

187

208

185

110

108

60

- 81,9 %

*Fonte: Tabella n. 7 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2008

COSTANTE RIDUZIONE!!!

 

Come si vede dalla tabella, i soldi per il “funzionamento amministrativo e didattico delle scuole” (cioè per tutto ciò che necessita per il loro funzionamento quotidiano) si sono ridotti quest’anno a circa la metà di quelli del 2007 e a 1/5 rispetto al 2001 ! Ogni scuola può contare su circa 6000 euro l’anno.

In molte scuole si è arrivati così a stabilire “democraticamente” con delibera del Consiglio di Circolo e di istituto un “contributo volontario” (che poi volontario non è) che in alcuni casi ha raggiunto i 50 Euro mensili per far fronte alle spese di funzionamento quotidiano delle scuole.

SPESE PER SUPPLENZE BREVI

FINANZIAMENTI PER LE SUPPLENZE (milioni di Euro)

Anni

2004

2005

2006

2007

2008*

Var. 2004/08

stanziamento

889

766

598

573

246

-72,4 %

Fonte : *Tabella n. 7 Bilancio di previsione dello Stato per l’a. f. 2008

 

Il risultato è che gli alunni delle classi senza insegnanti vengono divisi in gruppi di 5 o 6 e vengono mandati nelle altre classi interrompendo la didattica sia della classe ospite che di quella ospitante. Non si fanno più le ore di compresenza, che secondo la normativa dovrebbero servire a recuperare gli alunni con difficoltà di apprendimento. Alle superiori, dove la situazione è aggravata dalla scomparsa delle “ore a disposizione” che servivano alla copertura delle supplenze, la soluzione più largamente adottata è quella di far entrare gli studenti un’ora o due dopo l’inizio delle lezioni , o farli uscire un’ora o due prima della fine delle lezioni con una perdita del 10%, almeno, di tempo scuola nell’arco DELL’ANNO

 

Non c’è che dire, un bellissimo esempio di affidabilità, serietà, e rigore di una scuola che riduce il tempo scuola, stravolge la didattica soltanto perché non ci sono soldi per pagare i supplenti !

 

PIANO INTEGRATO GELMINI (19 SETTEMBRE 2008)

Nel piano presentato, ancorché soltanto nelle sue linee generali, il 19 settembre dalla ministra Gelmini, vengono riconfermate le linee guida e i devastanti provvedimenti contenuti nei capitoli illustrati precedentemente, e sintetizzate quelle che saranno le conseguenze di tali provvedimenti, che riassumiamo :

→ nella scuola dell’infanzia: verrà effettuato solo il turno antimeridiano ,dalle 8.30 alle 12.30;

→ nella scuola primaria (elementare): il ritorno del maestro unico comporterà la scomparsa dei Moduli e del Tempo Pieno (eventualmente soppiantato da un doposcuola), e la riduzione dell’orario settimanale a 24 ore dalle attuali 30 (dei moduli) e 40 (del tempo pieno). Si otterrà così un “risparmio” di 87.000 docenti;

→ nella scuola media: ci sarà la riduzione dell’orario settimanale a 29 ore dalle attuali 32-33 (13.600 docenti “risparmiati”);

→ nella scuola superiore: la riduzione dell’orario settimanale sarà a 32 ore per gli Istituti tecnici e Professionali (dalle 36-40 attuali) e a 30 per i Licei (14.000 docenti “risparmiati);

→ in tutti gli ordini di scuola: aumento di 4-5 alunni per classe, con un “risparmio” di 72.000 docenti;

→ in tutti gli ordini di scuola: taglio del 17% del personale ATA, 700 DSGA -10.452 assistenti amministrativi (personale di segreteria) - 3.965 assistenti tecnici - 29.076 collaboratori scolastici, per un totale di 44.500 Amministrativi, Tecnici ed Ausiliari “risparmiati”;

→ in tutti gli ordini di scuola: taglio di 2.000 scuole , quelle “sottodimensionate” (con meno di 600 alunni).

Con questi provvedimenti si avrà complessivamente il taglio di

oltre 200.000 posti, con la definitiva espulsione di tutti i precari

e il “riciclaggio”, la flessibilità del personale stabile, nonché

una totale e definitiva dequalificazione della scuola pubblica.

Tutto ciò in nome del “contenimento della spesa per il pubblico impiego”

e di un chiaro piano del governo finalizzato a smantellare

la scuola pubblica a vantaggio della scuola privata .

Non accettiamo questa politica cialtrona: organizziamo tutti insieme,

lavoratori della scuola, cittadini, genitori, studenti, una opposizione

sociale diffusa e capillare (assemblee, volantinaggi, occupazione di

scuole, manifestazioni) che dia voce e visibilità alla nostra indignazione.

Partecipiamo tutti alle iniziative di mobilitazione in atto e

allo SCIOPERO GENERALE della scuola di

venerdì 17 ottobre 2008

ROMA - corteo da Piazza della Repubblica ore 10

 

Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento

Da Brescia a Reggio Calabria
Così la Gelmini diventò avvocato

L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»

Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.

La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.

Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.

Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.

Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».

Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.

In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.

Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?

Gian Antonio Stella
04 settembre 2008