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LE
NOSTRE IMPRESSIONI SUL “TRENO DELLA MEMORIA”.
Venerdì
siamo andati a visitare un vecchio treno su cui venivano portati Ebrei,
Zingari, omosessuali, Nazisti, ....
Quando
siamo entrati nel primo vagone cerano delle enormi foto in cui
illustravano delle persone che venivano buttati via dalle loro case,
adulti, bambini, ed anziani.
Più
tardi siamo andati alla biblioteca su dove abbiamo conosciuto un ex
deportato sopravvissuto alle torture dei “soldati tedeschi”, questa
persona ci ha raccontato che era stato diviso dalla sua famiglia e portato
nei campi di concentramento a lavorare e a rischiare di essere torturato
duramente o ucciso.
(SAMANTHA
Z.)
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IL TRENO DELLA
MEMORIA
Siamo andati a vedere il treno
della memoria, siamo entrati nei vagoni e ci spiegava tutto quello che era
successo quando i tedeschi hanno preso gli ebrei e li hanno messi in
questi carri, li hanno portati nei campi di concentramento.Poi dopo
che abbiamo visitato tutti i vagoni siamo andati in biblioteca dove c'era
un ex deportato dai campi di concentramento e ci ha raccontato che a 14
anni il 9 aprile 1944 lo hanno preso e nel 1945 lo hanno lasciato cioè
quando aveva 15anni.Io penso che questa esperienza sia stata molto brutta
e che lui se la ricorderà per sempre, e lui è stato molto fortunato
perché è
sopravvissuto.
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IL TRENO DELLA MEMORIA
Arrivati alla stazione di Settimo
ci hanno fatto vedere dei vagoni dove venivano trasportati gli schiavi,
c'era puzza di pipì, secondo me perché gli schiavi deportati non
potevano uscire allora la facevano li. Un signore ci ha anche raccontato
che i deportati scrivevano messaggi brevi su pezzettini di carta e quando
passavano in una stazione li buttavano. Appena finita la mostra siamo
andati alla Biblioteca Civica dove c'era un signore che era stato portato
nei campi di concentramento da quando lui aveva 14 anni per 1 anno dal
1944 al 1945. IL signor Marcello Martini ha risposto a molte domande una
di quelle è: DOMANDA quando eravate nei vagoni vi hanno diviso maschi e
femmine? RISPOSTA no,eravamo divisi già da prima. Marcello è
simpatico,ma dal suo volto non si capiva se era triste o contento. E stata
un'esperienza bellissima.
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IL
TRENO DELLA MEMORIA
Un
ritorno in un passato tremendo e pauroso, dove tutti vedevano morire altra
gente e parenti cari: la 2° Guerra Mondiale.
TAPPA
1: Siamo andati vicino a un carro-treno e un signore ci ha spiegato la via
che percorrevano i deportati: “ Su quei trenidella morte c'erano
centinaia di persone ammucchiate le une sopra le altre, che soffrivano la
fame, la sete, la puzza, il gelo e alcune persone cercavano di scappare
dai tetti: alcuni riuscivano nell'impresa, altri morivano o si ferivano
gravemente.Venivano deportati oppositori politici, ebrei, omosessuali,
testimoni di Geova, negri e gente presa a caso trovata nelle strade......
. “ Poi ci hanno rinchiusi in un vagone e ci hanno fatto sentire la
sensazione che si provava con quelle poche e piccole finestrelle.
TAPPA
2: Siamo andati alla biblioteca e abbiamo intervistato un superstite dei
lager.
“Durante
la guerra ero un ragazzino di 14 anni. Mi portavano via dalla mia patria e
dalla mia casa. Non sapevo la mia destinazione, e non avrei mai creduto di
fare una brutta fine. Ci stavano portando in un campo di concentramento in
Austria: MAUTHASEN.Eravamo divisi maschi da femmine.Arrivati c'erano
migliaia di persone : alcune già li da tempo e altri appena arrivati come
me.
Si
lavorava una settimana di giorno e una di notte. Il maggior dispetto che
potevamo fargli era resistere e non morire.Sono stato fortunato perchè
ben due volte ho rischiato la vita.
Una
fortuna era stata di stare per due mesi nascosto in infermeria.Per qualche
giorno ho dei vuoti di memoria.
Ora
sono vivo e sono contentissimo.
Erika
Guastamacchia
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POESIA
In
quei vagoni bui,
in
quel campo nemico,
in
quel brutto ricordo,
ci
hanno perso la vita
tantissime
persone.
Tutto
questo non è da dimenticare,
ma
nemmeno da ripetere:
per
nessun motivo.
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I
treni merci
Oggi,
17 maggio, siamo andati a visitare il treno della memoria dove, una volta
trasferivano i deportati nei campi di concentramento.
Sui
vagoni i deportati potevano comunicare con il mondo esterno tramite
finestrelle bucherellate con dei messaggi scritti su dei foglietti.
Poi
siamo andati alla B. C. Gasti dove abbiamo incontrato un deportato che è
stato preso il 9 aprile 1944 e lo hanno rilasciato il1 luglio 1945.
Nei
vagoni lo hanno tenuto 4 giorni.
Arrivato
lo avevano ritenuto abile nei lavori e lo portarono a lavorare nelle
macchine.
Andavano
a dormire verso le 9,00 e alle 4,00 andavano a lavorare; mangiavano una
zuppa con un po di verdure.
Penso
che la guerra non serva a niente solo ad ammazzare i corpi dei nostri
cari.
Irene
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LE
DEPORTAZIONI
Giovedì
17-05-2001 siamo andati al treno della memoria, la, ci aspettava un
signore che ci faceva da guida e ci raccontava cosa succedeva a quei
tempi, poi siamo saliti sul treno.
Su
quel vagone c' era un cartellone dove venivano rappresentati tutti i
simboli che poteva avere sulla maglia un deportato e il loro significato,
poi c' era una foto di un signore che sembrava uno scheletro, poi siamo
saliti su un altro vagone. Entrando, abbiamo visto una cartina con sopra
rappresentati tutti i campi di concentramento.
Nell'
ultimo vagone c' era una voce che diceva tutti i nomi dei deportati e l'
età .
Dopo
il treno della memoria siamo andati in biblioteca ad ascoltare un ex
deportato che si chiamava Marcello Martini e aveva 71 anni. Questo signore
ci ha raccontato tutte le sue esperienze in campo di concentramento e che
cosa succedeva.
Io
penso a queste persone che hanno perso la vita in campo di concentramento
e provo moltissima delusione perchè l' uomo è riuscito a fare queste
cose
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POESIA
MOLTE
PERSONE HANNO PERSO LA VITA,
MA
QUESTA STORIA NON E' FINITA,
PERCHE'
C'E' GENTE CHE FA IN QUESTO MODO,
E
SI DEVE SCIOGLIERE QUESTO NODO
RICCARDO
V.
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IL
TRENO DELLA MEMORIA
Oggi
17-05-01 siamo andati al “TRENO DELLA MEMORIA” e abbiamo visto delle
foto di prigionieri dei nazisti della seconda guerra mondiale e un signore
ci ha detto che li andavano a prendere a casa e gli andavano a prendere a
casa e li facevano mangiare una volta alla settimana. Il signore ci ha
portato dentro due vagoni. Nel primo che era piccolo ci tenevano 50 “schiavi”
e invece nell'altro era dove facevano la pipi' gli “schiavi”. Poi
siamo andati in un altro vagone e c'era la voce di un deportato che diceva
delle cose che non si capivano perchè aveva la voce rauca Poi siamo
andati in biblioteca dove c'era un deportato sopravvissuto di fortuna
perchè tutti lo aiutavano e ci ha detto che uno dei suoi episodi più
tragici era stato quando un uomo stanco si era appoggiato alla sua spalla.
Poi ci ha detto che un giorno lui e il soldato si è messo a ridere. Ci ha
detto anche che si era fatto male al piede e lo hanno portato in
infermeria e i medici hanno rischiato la vita per proteggerlo,
per 2
mesi. Allora io ho pensato che quelli che sprecano la vita come i drogati
dovrebbero provare quello che ha provato questo deportato.
GIULIA
LATTANZIO |
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I DEPORTATI
Li prendevano e li portavano nei
campi di concentramento, poi siamo saliti su un vagone dove trasportavano
la gente.
Il primo fazzoletto era rosso ed
era il simbolo dei prigionieri politici , quello nero era quello degli
zingari e quello marrone era quello degli omosessuali.
GIUSEPPE
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