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 Perù Sahel

 

Il Perù

 

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ITALIA - PERU'             

Il Perù è uno stato grande 4 volte l'Italia e con una popolazione non eccessivamente numerosa (circa 18 abitanti per chilometro quadrato). L'emigrazione è soprattutto interna: un flusso ininterrotto di persone, infatti, si sposta verso la zona costiera e verso Lima, la capitale.  Negli ultimi anni, comunque,molti peruviani sono emigrati all'estero, e in Italia ce ne sono circa 30.000;  gli italiani emigrati in Perù sono pochissimi, ma circa 360 000 cittadini peruviani sono di origine italiana.

 

DATI A CONFRONTO

PERU' ITALIA
Abitanti 22 332 000 58 000 000
Superficie 1 285 216 kmq 301 266 kmq
Densità 17,3 ab per kmq 188 ab per kmq
Reddito pro capite 1 700 000 11 000 000

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CARTA D'IDENTITA' DEL PERU'

TERRITORIO - Il Perù si estende nella parte centro-occidentale dell'America del Sud su una superficie di 1 285 216 kmq. Si affaccia sull'Oceano Pacifico con 3 000 km di coste e confina a nord con l'Ecuador e la Colombia, ad est con il Brasile e la Bolivia e a sud con il Cile. Si distinguono una zona costiera occidentale per lo più desertica e arida, ma interrotta da "oasi", cioè da zone verdi intorno al corso dei fiumi che scendono dalla Cordigliera; una zona centrale occupata da vasti altopiani e dalle altissime montagne delle Ande; una zona orientale coperta dalla foresta amazzonica, che rappresenta il 60% del territorio.

Il Perù è una Repubblica presidenziale divisa in 23 dipartimenti e 148 province.

CAPITALE - La capitale del Peru' è Lima, situata nella zona costiera : una vera e propria metropoli, conta circa 6 000 000 di abitanti, pari al 30% circa della popolazione totale del paese.

 

POPOLAZIONE - Il 50% della popolazione peruviana è rappresentata dagli Indios, i discendenti degli abitanti indigeni dell' America Meridionale mentre i Meticci nati dall' unione tra gli Indios e i coloni europei rappresentano un altro 40%. Il restante 10% è composto dai discendenti dei coloni spagnoli, da una esigua minoranza nera e una vivace comunità cinese e giapponese.

 
LINGUA - Le lingue ufficiali del Perù sono lo spagnolo e il quechua, l'antica lingua inca. Le comunità indigene che vivono nella foresta parlano invece lingue proprie.

 

RELIGIONE - La religione ufficiale del Perù è quella cattolica.

 
CLIMA - Il clima del Perù è molto vario. Lungo la costa ci sono  3 000 km di deserti caldissimi e aridi (tierras calientes), mentre nelle oasi c'è un clima temperato; temperate sono anche le zone verdi della sierra e freddi, invece, sono gli altopiani stretti tra catene di monti (tierras trias). Nella foresta il clima è in tutto e per tutto tropicale.

 
VEGETAZIONE - La vegetazione è molto povera vicino alla costa (cactus, palme, acacie, ricino), diventa rigogliosa nelle oasi e nelle zone calde. Nella foresta ci sono centinaia di diverse specie di alberi, alcuni dei quali danno legno pregiato.

 
FIUMI E LAGHI - I fiumi principali del Perù, l'Ucayali e il Maranhon, sono lunghi entrambi 1 800 km e confluendo danno origine al grande Rio delle Amazzoni . In Perù troviamo anche uno dei laghi più grandi del mondo: il Titicaca, che si trova su un altopiano al confine con la Bolivia.

 
AGRICOLTURA - Le coltivazioni variano a seconda delle zone climatiche: nelle oasi della fascia costiera crescono canna da zucchero, riso, cotone, frutta, ortaggi. Sulla sierra si coltivano patate e altri tuberi tipici del luogo, cereali e ortaggi; ai limiti della foresta, invece, sono state create piantagioni di banane, canna da zucchero, tè, caffè, cacao.

 
INDUSTRIA - L'industria più importante del Perù è quella estrattiva: oltre al rame si estraggono lo zinco, il ferro, l'argento, l'oro, il piombo,  e altri minerali. L'industria tessile lavora le lane pregiate che provengono dagli allevamenti di lama e pecore. Hanno grande importanza la pesca e la produzione di farina e olio di pesce. Nel bassopiano amazzonico vi sono numerosi pozzi di petrolio.

 
MONETA - E' il nuovo sol, anticamente Sol de Oro, che vale circa 1 200 lire italiane.

 
COLLEGAMENTI - Per raggiungere il Perù in aereo occorrono circa 18 ore di volo.

 

SEGNI PARTICOLARI - Lungo le coste peruviane scorre una corrente fredda detta di Humboldt, dal nome del naturalista tedesco che la scoprì nel XIX secolo. Grazie ad essa le sostanze nutritive, che si trovano nelle profondità dell'oceano, vengono spinte verso l'alto e attirano enormi branchi di pesci, che a loro volta richiamano gli uccelli marini. Nel corso dei secoli milioni di uccelli hanno continuato a nidificare sugli isolotti rocciosi al largo della costa, formando enormi depositi di escrementi che costituiscono un ottimo concime naturale: il guano (dalla parola quechua guanay = cormorano). E naturalmente le isolette in questione si chiamano Isole del Guano.

 

ARTIGIANATO

La terra veniva lavorata dai contadini, sollevandola con un grosso e lungo bastone  (circa 1,8 metri) la cui punta era indurita sul fuoco o, raramente, ricoperta di bronzo. Le donne poi spezzavano le zolle con un’ apposita zappa, chiamata lampa..

Per fertilizzare il terreno si utilizzava il guano, escremento di animale o uomo. 

Tutti tranne i malati, gli anziani e i giovanissimi dovevano lavorare; essi non venivano pagati in denaro, ma il loro prodotto veniva equamente suddiviso dallo Stato, a cui si versa circa 2/3 del raccolto in tributi, ma il quale ridistribuiva i viveri alla  popolazione, prelevandoli dai magazzini dell’impero, in caso di carestia.                 

Un’altra fonte di benessere era data dai metalli quali il bronzo e il rame, estratti dai minerali insieme ad argento e oro, quest’ultimo presente anche nei fiumi.                          

Era inoltre conosciuta la ceramica, usata per contenitori e vasi; l’ariballo, un vaso a forma di bottiglia con due manici che rimaneva in piedi solo se pieno, era considerato il recipiente più elegante.     

Il legno era usato per la fabbricazione di utensili, dei quali i più importanti erano i Keru, usati per bere la chica.  La materia prima usata per i tessuti era la lana dei lama e quella più pregiata degli alpaca (animali simili ai lama ).  Altri tessuti venivano ricavati da piante tessili, quali il cotone e  l’agave.

LE  FESTE

               

Le feste religiose, numerosissime in Perù, sono celebrate in maniera pittoresca e con una grande partecipazione popolare. Le più curiose e genuine sono, forse, quelle dei santi patroni, che spesso si sovrappongono ad antiche ricorrenze inca (per esempio le feste del raccolto) e conservano caratteri tipici della cultura precolombiana, come la festa di Maria a Puno, celebrata ai primi di febbraio, in cui si danza la famosa Diablada, eseguita da danzatori mascherati da demoni con corna e lunghe zanne ricurve. Ma anche a Ognissanti, a Natale, a Carnevale e durante l' Epifania si celebrano feste indimenticabili, in cui si rievocano eventi legati alla mitologia quechua.Tre sono gli ingredienti principali della festa: i costumi, la musica e la danza.

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I   COSTUMI

La ricchezza e la varietà dei costumi regionale è stupefacente. Le donne portano sino a 10 gonne lunghe e ampie una sull'altra e ornate di nastri, sulle quali indossano ogni tipo di corpetti, stole, mantelle ricamate. In testa portano i più strani cappelli: le donne dell'altopiano preferiscono i borsalino, quelle di Cuzco cappelli piatti e rotondi, e in altre zone si portano cappelli a falde larghissime ornati di ricami, frange, nastri e fiocchi. I colori sono sempre vivacissimi. Gli uomini indossano pantaloni al ginocchio, giubbetti ricamati, berretti di lana a colori vivaci con i caratteristici copriorecchie e grandi poncho tessuti a mano.  

LA  MUSICA 

Questa forma d'arte occupa un posto importantissimo nella cultura peruviana.Gli strumenti usati dai suonatori quechua e aymarà,raffigurati anche sui bassorilievi delle antiche rovine incaiche, sono tamburi, sonagli, conchiglie forate e vari tipi di flauti, tra i quali va ricordata soprattutto la quena. Purtroppo ci rimane poco della tradizione musicale originale, che ha subito la forte influenza della tradizione europea. Molto caratteristici sono i canti andini:tra i più tradizionali vi sono yaravi':  un triste canto d 'amore; lo wancay, un canto che esprime il dolore di un' intera comunità; lo iayilli, un canto che esprime gioia intonato dai coltivatori al lavoro nei campi; la llamerada, il canto dei pastori; il sasiri,  un canto di nozze.    

LA DANZA

Sono almeno 200 le varie danze indigene, che rappresentano tutti gli aspetti della vita quotidiana, ricordano la storia dei quechua e hanno un carattere rituale e propiziatorio. Ecco le più popolari: 

- la Danza dei Chacreros: è una danza rituale dei contadini che mima le varie fasi delle piantagioni delle patate all'inizio della stagione delle piogge;

- la danza khaielos: è la tipica danza propiziatoria dei cacciatori

- la danza degli Incas: è una danza che mima la storia del crollo del impero Inca;

- il SursurWaylla, una specie di flagellazione dei giovani che entrano nella pubertà.

Esistono anche danze che si riallacciano alla tradizione spagnola e che vengono per lo più eseguite sulla costa, come la Marinera, accompagnata da chitarre e arpe, che si balla a coppie agitando un fazzoletto bianco.

LA  CUCINA 

Le due "scuole" culinarie peruviane sono quella criolla, che ha fuso ricette indigene e spagnole, e quella dei chifas, i ristoranti cantonesi che esistono da oltre un secolo e si vantano di aver migliorato le ricette della madrepatria.

Tra i piatti cino-peruviani sono squisiti l' arozz chaufa, ossia un risotto con spezie, gamberetti e mandorle, i ravioli di carne con salsa di tamarindo, il pesce fritto con la marmellata.

Tra i piatti tipicamente peruviani, invece, il più famoso è la pachamanca, che si prepara all'aperto e in occasioni particolarmente solenni, avvolgendo una grande quantità di carne in foglie di banano insieme a patate, yucca, verdure e spezie.

Il grosso fagotto viene calato in una buca su cui fondo ci sono pietre arroventate; poi si copre il tutto con cenere e terra e dopo qualche ora la carne è cotta.

Altre pietanze caratteristiche sono l'anticucho, uno spiedino di carne e frattaglie cotto sulla brace e condito con salsa piccante, e poi il ceviche, pesce crudo macerato con il limone e peperoncino.

Questi piatti saporiti sono accompagnati dalla cerveza, ossia la birra, che è la bevanda nazionale; i contadini  però le preferiscono la chicha, una specie di birra ottenuta dal mais fermentato.

Altre  bevande tipiche sono il succo di canna da zucchero leggermente fermentato e il pisco, una fortissima acquavite.

UNA RICETTA FACILE

Tartine di avocado.

Si prendono quattro avocado ben maturi, si sbucciano e, dopo aver eliminato il nocciolo, si frullano con olio, aceto, un pizzico di sale, due gocce di tabasco e una cipolla bianca, finchè si ottiene una crema omogenea. Si spalma la crema sul pane a cassetta  e si decora ogni tartina con una sottile fetta di formaggio tipo fontina.  Se avanza un po' di crema, si  può conservare in frigorifero per il giorno dopo, per evitare che annerisca bisogna metterci dentro il nocciolo dell' avocado.

 

L' ALIMENTAZIONE

Gli Incas raramente si nutrivano di carne: la loro dieta era essenzialmente a base di ortaggi. Essi facevano due pasti al giorno: uno al mattino, l'altro alla sera dopo il lavoro.

Il mais era l'alimento più usato, bollito o abbrustolito; inoltre con esso producevano, specialmente, la farina. I vegetali erano costituiti da radici, pomodori, arachidi, fagioli, spezie piccanti e quinoia ( pianta simile allo spinacio). Altro alimento importante erano le patate, che venivano essiccate e conservate o, in montagna, congelate sotto la neve.

La poca carne mangiata dai contadini era costituita da porcellini d'india e, talvolta, dai lama. Le popolazioni delle coste si nutrivano essenzialmente di pesce.

La famiglia reale ed i nobili mangiavano pesce, crostacei, carne, anatre selvatiche, frutti tropicali, spezie ed erbe aromatiche. Il cibo veniva cotto all'aperto in vasi d'argilla, poche volte in forni d'argilla o di pietra in casa, arrostito o bollito, servito su piatti di legno o ceramica, oppure in zucche vuote.

La bevanda preferita dagli Incas era la chicha, ricavata dal mais, manioca e arachidi.

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gli indios  LE ORIGINI DEL POPOLO INCAS   (leggenda)

Circa le origini del popolo Incas, la leggenda narra di quattro divini fratelliAyar, che un giorno uscirono dalle grotte in cui si nascondevano per mostrarsi agli uomini. Con le loro spose, in realtà le loro sorelle, iniziarono un lungo viaggio, durante il quale uno dei fratelli, Ayar Manco Capac, riusci' a sbarazzarsi degli altri tre; rimasto solo con la sua donna continuò il suo viaggio, tastando di volta in volta il terreno per mezzo di un bastone d' oro che portava con sè. Ad un certo punto la coppia giunse in una splendida valle: tastando come di consueto il terreno, successe che il bastone vi si conficcò profondamente fino a scomparire. Interpretando quanto avvenuto come segno divino, Ayar Manco Capac decise di stabilirsi lì in quella valle, erigendo così la sua capanna che fu il primo edificio della futura capitale dell' impero Incas: Cuzco, "ombelico del mondo" incaico.

A lui fu quindi attribuito il merito di aver portato civiltà e prosperità in un paese, il Sudamerica, fino ad allora selvaggio e inospitale.

Il nome Incas fu dato da Ayar Manco Capac alla sua famiglia, e a tutti i successivi nuclei familiari che si formarono.

Egli divenne così capo del suo popolo: fu chiamato Sapa Inca ("il solo imperatore") e fu considerato il figlio di Inti, Dio del Sole; in omaggio al Dio Sole, egli celebrava, assieme al suo popolo, il rito dedicato al Sole, che si svolgeva il giorno in cui il Sole passava a picco sopra la città di Cuzco, a mezzogiorno. Il Sapa Inca si toglieva la fascia decorata con un simbolo sacro che gli fasciava la fronte, e pregava il sole per tutta la notte. L' indomani affidava un messaggio ad un lama bianco, legandoglielo addosso, lo benediceva e successivamente lo mandava a morire sulle montagne incontro al sole.

In questo modo gli Incas erano convinti di avere la benedizione degli dei e del loro Dio Sole. La cerimonia, cui tutto il popolo partecipava indossando gli abiti più belli, si concludeva con balli, suoni e canti.

Questa tradizione si tramandò in tutte le località dell' impero.

 

 

Gli Indios rappresentano oltre la metà della popolazione peruviana, e per la maggior parte sono Quéchua, cioè diretti discendenti degli Incas. I loro tratti somatici (occhi a mandorla, capelli scuri e lisci, zigomi marcati) fanno pensare a lontanissime emigrazioni dall'Asia all'America.

La cultura india si basava su un sistema di vita comunitario: la proprietà della terra e l'organizzazione del lavoro erano in comune, non si poteva rifiutare aiuto ai vicini che ne avessero bisogno, e vedove e orfani erano a carico del villaggio.

Dopo la colonizzazione la storia degli Indios è stata difficile e dolorosa; l'economia del vicereame si basava infatti sullo sfruttamento delle ricche miniere d'argento e delle proprietà terriere nelle quali gli Indios lavoravano senza retribuzione, in cambio della protezione e dell'educazione religiosa da parte del padrone. Questa specie di contratto si chiamava encomienda. In questo modo si formò una aristocrazia terriera che aveva potere assoluto sui contadini, costretti a convertirsi al cattolicesimo e a vivere in condizioni di assoluta povertà.

Oggi moltissimi Indios, spinti dall'estrema povertà, emigrano verso Lima, andando ad ingrossare la popolazione della sua sterminata periferia. Quelli che restano nelle zone di origine, guadagnandosi duramente da vivere con l'agricoltura, il lavoro in miniera, l'artigianato, sono concentrati nei dipartimenti delle cordigliere meridionali come Ayacucho, Cuzco, Apurimac, e appaiono molto legati alle antiche usanze. La percentuale di analfabeti è altissima, nonostante gli sforzi del governo, e molti Indios non conoscono lo spagnolo.

 

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La  dinastia  Incas

Poco dopo il 1100 d.C. si insediò a Cuzco la dinastia degli Incas , che si susseguì come segue:

Manco Capac- capostipite;
Lioque Yupanqui ;
Mayta Capac - Sotto di lui, gli Incas occuparono tutta la città Cuzco
Capac Yupanqui;
Inca Roca- In questo periodo , gli eserciti Incas attaccarono le città costiere
Yahuar Huacac;
Inca Viracocha ;
Inca Urcon ;
Inca Pachcuti Yupanqui  (1471-1493) - Fu un grande guerriero
Huayna Capac -(1493-1525)divise l' impero tra i figli Huascar e Atahuallpa,il che scatenò una guerra civile;
Huascar (1525-1532)fu sconfitto in combattimento da Atahuallpa;
Atahuallpa (1532-1533)fu catturato dagli spagnoli e giustiziato nel 1533
Topa Huallpa (1533) fu scelto da Pizarro ma il potere rimaneva nelle mani degli Spagnoli.

Dopo la conquista spagnola, gli Incas si ritirarono in un piccolo territorio ad est elle Ande, fino al 1571.

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Atahualpa

Fu l'ultimo imperatore degli Inca ad esercitare un potere indipendente dal controllo Spagnolo.

Figlio di Huayua,assunse il potere in seguito a una guerra civile che lo vide apposto al fratello Huascal per il dominio assoluto sul territorio.

Poco tempo dopo,il 16 Novembre 1532,venne catturato con un tranello da Pizzarro in Perù.

Nel vano tentativo di salvarlo,i suoi sudditi raccolsero,pur riscattarlo un inseme di oro e argento valutabile a 50 milioni di lire attuali.

Atahualpa fu comunque ucciso dagli otto mesi dopo la sua cattura.

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MACHU PICCHU

 

Machu Picchu vuol dire Montagna Vecchia, ed è forse la più grande attrattiva del Perù: Si arriva alle gigantesche mura dell'antica fortzza partendo da Cuzco e percorrendo il "Cammino degli Incas", che si snoda ad alta quota e porta ad una massiccia porta trapezoidale. All'interno delle mura si possono ammirare stradine,scale, palazzi, torri, templi, canali, fino ad arrivare aun altissimo dirupo in fondo al quale c'è il Rio Urubamba. La città fortezza venne scoperta nel 1911 da H. Bingham, secondo il quale gli Incas sconfitti sarebbero vissuti qui per secoli, nascosti agli Spagnoli. La città è divisa in quartieri, e il suo punto culminante è l'Intihatana, che segnava l'ombra del sole nei solstizi.

SALVIAMO IL MACHU PICCHU

"UN SITO ARCHEOLOGICO IN AGONIA"  

UN CENTIMETRO AL MESE: LA CITTA' DI MACHU PICCHU SCIVOLA GIU' UN CENTIMETRO AL MESE. ALCUNI ARCHEOLOGI RICERCATORI GIAPPONESI SOSTENGONO CHE, SE NON SI INTERVIENE, LE ROVINE DEGLI INCAS ANDRANNO DISTRUTTE PER SEMPRE. 

IL TERRENO DEL MONTE A 2300 METRI FRANA E SLITTA, MA L'ISTITUTO NAZIONALE DI CULTURA PERUVIANO, SMENTISCE CHE VI SIA UN PERICOLO IMMEDIATO DI SCOMPARSA DELLE ROVINE INCA. ADDIRITTURA IL GOVERNO PERUVIANO HA APPROVATO UN PIANO PER LA COSTRUZIONE DI UN HOTEL A RIDOSSO DI QUEST'AREA, PROGETTO A CUI TENDONO DI OPPORSI RICERCATORI E ONU. 

POVERI INCAS, NUOVAMENTE DISTRUTTI!!.

 

LEGGENDA INCA DEL DIO INTI

Dio solare, Inti invia sulle Ande i suoi figli Manco Capac e Mama Ocllo perché insegnino agli uomini gli elementi della civiltà.

Essi portano un bastone d'oro: vagheranno finchè l'oggetto non si conficcherà del tutto nel terreno. Un  primo tentativo sulla collina Huanacauri non ha successo. Il palo affonda completamente nel sito scelto per il secondo tentativo: qui i figli di Inti fondano Cuzco, che sarà capitale dell'impero. Diventano i primi sovrani della dinastia che sarà costituita dai loro figli e nipoti tutti divini.

 

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I DISEGNI GIGANTESCHI DI NAZCA, IN PERU'

DA  QUARANT 'ANNI UNA MATEMATICA ARCHEOLOGA  TEDESCA, STUDIA IL SITO DEL DESERTO DI NAZCA , DOVE TRA LE PIETRAIE PER CHILOMETRI SI  SNODANO GIGANTESCHI DISEGNI TRACCIATI NEL DESERTO. SONO INVISIBILI DA TERRA, SI VEDONO DA 300 METRI D'ALTEZZA. SEMBRANO DALL'ALTO STRANI GRAFFITI : UCCELLI, DA PAPPAGALLI A COLIBRI', ALTRI ANIMALI E FORME GEOMETRICHE. C'E UNA SCIMMIA CON UNA LUNGA CODA ALTA 80 METRI, LE ALI DI UCCELLO LUNGHE 140 METRI. CI SONO MOLTE IPOTESI SULLA LORO ORIGINE: UN  GRANDE CALENDARIO ASTRONOMICO PER SEGUIRE I MOVIMENTI DELLA LUNA E DELLE COSTELLAZIONI, RESTI DI DISEGNI FATTI DA SACERDOTI-SCIENZIATI PER SEGNARE LE STAGIONI E LE ECLISSI. E' UN MISTERO IL FATTO CHE SI SIANO CONSERVATI PER PIU' DI MILLE ANNI. GLI ARTISTI DEL DESERTO DI NAZCA SONO GLI ANTENATI DEGLI INCAS SPAZZATI VIA DA PIZARRO NEL 1500. QUESTA ARCHEOLOGA, MARIA REICHE, CONTINUA A RICERCARE E A INDAGARE SU UNO DEI TANTI MISTERI DELLE CIVILTA' PRECOLOMBIANE.

 

  

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  IL LAMA

Il lama è un mammifero ruminante Sudamericano che misura da 1 a 1,3 metri di altezza.

E' generalmente bianco, chiazzato di nero e di marrone e caratterizzato da lunghe orecchie.

La femmina dà alla luce uno o, a volte, due piccoli ogni due anni.

Viene utilizzato da circa 4000 anni come animale da trasporto sulle Ande del Perù e della Bolivia.

Può portare fino a 90 kg per 12 ore al giorno, ma non può essere usato come animale da cavalcatura.

Quando è stanco e sovraccarico, il lama si accovaccia a terra rifiutando di muoversi e spesso puntando al proprio conduttore.

Le femmine vengono allevate per la carne, che ha un sapore simile a quello del montone, e per il latte, molto usato nelle regioni occidentali dell' America del sud.

La carne del maschio, più dura, viene mangiata solo raramente.

La lana è utilizzata per la fabbricazione di indumenti mentre il grasso viene impiegato per realizzare candele.

Il pelo lungo viene intrecciato e usato per produrre corde, mentre gli escrementi essiccati sono usati come combustibile.

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