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15 gennaio 2002, ore18.00, in Biblioteca
Multimediale a Settimo Torinese
Interviene:
Francesco Antinucci - Istituto di Psicologia del CNR - Roma
Chat, posta elettronica, SMS: le nuove forme
di comunicazione rompono sempre più la barriera tra oralità
e scrittura, e la scrittura ne è sempre più contaminata.
Nessuno può dire che il tono con cui si scrive una mail sia lo
stesso con cui si scriveva una lettera anni fa o che andare in chat sia
come fare una chiacchierata, ma in parte lo è.
Francesco Antinucci, ricercatore del CNR, studioso dei nuovi modelli di
rappresentazione e di simulazione per l'apprendimento, conduce i presenti
attraverso un viaggio nelle tecnologie della comunicazione dall'oralità
alla scrittura e, ancora più in là, fino all'ipermedia.
Con una abilità oratoria degna dell'oratoria classica.
In particolare Antinucci spiega l'evoluzione di quelle tecnologie per
la comunicazione dette "della mente", che interagiscono con
le nostre capacità intellettive, amplificandole: il ricordare,
il ragionare, il comunicare.
La scrittura non nasce per comunicare ma per ricordare, altro non è,
in principio, che segni per la memoria. Serve in particolare per ciò
che è difficile da ricordare e per i testi controversi. Nell'antichità
i testi venivano trascritti solo quando la parola era cruciale, controversa
due esempi: i testi religiosi e le leggi. Anche i filosofi non scrivevano
la loro opera con l'intento di compiere un'operazione di comunicazione
ma bensì un'operazione di copyright. Anche a trascrizione avvenuta,
la trasmissione del sapere avveniva per via orale, era preferibile e più
semplice sentirlo raccontare dagli allievi. Lo dimostra l'origine del
proverbio "verba volant scripta manent": le parole prendono
il volo, si innalzano, gli scritti restano fermi, non vanno da nessuna
parte. Oggi vale l'interpretazione rovesciata di questo aforisma, il che
mette in luce fino a che punto è cambiato il sistema della comunicazione.
E forse sta cambiando ancora perché linguaggi come quello degli
SMS o delle chat non possono che farci pensare ad un'oralità di
ritorno.
La cultura della scrittura viene dopo che la tecnologia della scrittura
è diventata una tecnologia della comunicazione, ovvero quanto la
scrittura ha trovato al sua forma. Secondo Antinucci la questione è
appunto "la forma": non soltanto il format, non proprio lo standard.
Qualcosa che "sta tra la tecnologia e il modo di fare ciò
che le tecnologie supportano." Tra la possibilità di comunicare
in via scritta e la tecnologia che supporta la scrittura riproduttiva
la forma è la stampa, il libro a stampa. La forma è uno
strano misto che viene incarnato in un prodotto o in un sistema che contiene
la tecnologia. La tecnologia nasce sempre parassitariamente, come tentativo
di evolvere qualcosa che già sappiamo fare.
Internet, per ora, non è una forma è un oggetto informe
che si è trasformato casualmente, per coincidenze e circostanze
particolari. Ma qual è la sua forma? Qual è l'oggetto che
davvero incarna questa nuova tecnologia: secondo Antinucci non esiste
ancora, non è il cd-rom, non il DVD.
Ed eccoci all'ipermedia. Antinucci presenta un prototipo di DVD interattivo
sul sito archeologico di Paestum. Il telecomando viene usato come il mouse
permettendo di fare più cose e cose che prima non era possibile
fare. Due sono le tipologie di interattività alla base di questo
tipo di prototipo. Oltre ad un tipo di interattività ipermediale,
"una sorta di meccanismo della nota a piè pagina generalizzato",
nel prototipo del DVD vi è un altro tipo di interattività
tipica e unica del cinema che si potrebbe definire "parallela".
Ad uno stesso racconto, ad una stessa struttura narrativa corrispondevo
visioni e immagini diverse, ed è possibile passare dall'una all'altra
con fluidità. L'interattività per l'utente, in questo caso,
significa la possibilità di vedere cose diverse, e anche la stessa
storia da più punti di vista, ascoltando lo stesso contenuto narrativo.
Il lettore si trasforma quasi in un montatore cinematografico. Non è
detto, però, che sarà questa la "forma" del digitale,
conclude lo stesso Antinucci.
Vi inviamo inoltre a leggere il breve saggio di Antinucci a proposito
di Simulazione, scuola e informatica
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