29 gennaio 2002, ore18.00, in Biblioteca
Multimediale a Settimo Torinese
Intervengono:
Fabrizio Vagliasindi, produttore di videogames d'autore (Microids);
Claudio Papalia (FERT);
Ottavio di Chio, sceneggiatore e autore multimediale (La
cellula);Mauro Sassi (Affabula)
Uno degli argomenti
che affascina di più nel panorama delle nuove scritture è
sicuramente la fiction interattiva, ovvero il videogame d'autore,
i nuovi linguaggi multimediali applicati al cinema e al teatro.
In quest'ambito un intreccio interessante tra scrittura, interattività
e multimedialità è rappresentato dalla sceneggiatura.
A "Fabula Rasa" ne parla Claudio Papalia di FERT.
La Rete, in questo progetto, è puro strumento di lavoro:
una serie di extranet che coinvolge non solo il Piemonte ma anche
alcuni paesi Europei tra cui Inghilterra, Francia, Germania e Spagna.
Inoltre la realizzazione di alcuni software per gli sceneggiatori
ideati in modo tate da poter tutelare la proprietà intellettuale,
con in aggiunta l'aiuto di un'equipe di editors, ferma restando
la totale libertà di scrittura. Gli utenti sceneggiatori
e/o produttori possono, con questo sistema, "unpoldare"
il loro progetto: chi lo scarica sarà identificato con certezza,
con adeguati strumenti di protezione. Al produttore viene permesso,
inoltre, di mostrare il suo lavoro ai distributori o ad altri produttori.
Non solo la garanzia della proprietà intellettuale dunque
ma l'inizio di una fase di collaborazione che, se parte, fa scattare
i tradizionali meccanismi editoriali e di produzione. Più
che una biblioteca digitale un vero e proprio laboratorio per le
sceneggiature in rete.
Un'altra esperienza di supporto alla scrittura per il cinema, quasi
complementare a quella precedente, è sicuramente Affabula,
coordinata da Mauro Sassi.
Si tratta di incontri e letture pubbliche di sceneggiature per aiutare
gli autori ad "aggiustare il tiro"e ad implementarle prima
di inviarle ai produttori. Forse un progetto a "minor tasso
tecnologico", rispetto a quelli finora affrontati all'interno
di "Fabula Rasa" ma certamente un esempio di "scrittura
mutante" per eccellenza: la sceneggiatura cambia fino al primo
ciak ed anche dopo. L'aiuto di Affabula è dato, come nel
caso di FERT, dagli editor che affiancano gli sceneggiatori, ma
soprattutto dall'incontro con il pubblico, da cui lo scrittore impara
a sintetizzare, a selezionare, a percepire le emozioni che la sceneggiatura
provoca: riso, pianto, noia. Il mestiere dello scrittore, si sa',
è tradizionalmente solitario ma quest'isolamento non si addice
alla sceneggiatura che, al contrario, può essere davvero
aiutata dall'interattività del pubblico.
In questo modo anche la sceneggiatura diventa una scrittura interattiva,
un evento e diventa più simile allo scrivere per la multimedialità.
Che, del resto, è più vicina al teatro che al cinema.
Significa scrivere per qualcosa che non continuerà ad esistere:
c'è solo nel momento in cui un autore e uno spettatore si
incontrano come appunto avviene nel teatro, nella danza.
Tutto quello che concerne la multimedialità, secondo il parere
degli astanti è più vicino ed alla teatralità
che al cinema. Quello che accade nel qui ed ora teatrale è
legato ad uno scambio energetico tra l'attore e lo spettatore ed
esiste solo quando viene visto e condiviso. Nel cinema si è
dentro un unico punto di vista, quello il regista. A teatro i punti
di vista sono molteplici e li stabilisce lo spettatore. Compone,
sceglie il montaggio, l'angolatura della camera come nella multimedialità,
dove lo spettatore monta lo spettacolo usando il mouse, come non
smette mai di sottolineare Carlo Infante, l'ideatore di questi incontri
in Biblioteca. Chissà come sarà, viene da chiedersi,
quando ci saranno delle tecnologie tanto intelligenti da saper improvvisare:
sarà bello scrivere con "loro", recitare con loro
e fare lo spettatore? Ai posteri l'ardua sentenza.
Ancora a proposito del cinema digitale si segnala il lavoro di Ottavio
Di Chio, che coordina un gruppo di creativi (La
cellula) che lavorano con i nuovi media per il mondo della comunicazione
commerciale, per le grandi aziende, per i grandi eventi. Anche queste
grandi peformances commerciali, però, prima vengono scritte
su un pezzo di carta ma in un modo particolare: non si tratta di
fare narrativa ma di raccontare quello che lo spettatore vivrà,
attraverso diverse tipologie di scrittura, attraverso diversi livelli
di tecnologia. La "scrittura mutante", allora, potrebbe
essere una scrittura in grado di trasformarsi in funzione di quello
che gli spettatori vogliono. Un esempio realizzato: un film multischermo
in cui scorrono storie parallele e gli attori dialogano tra loro
da uno schermo all'altro. Un unico film su cinque schermi in cui
il volume dell'audio sposta, alzandosi e abbassandosi, l'attenzione
degli spettatori su quello più importante per lo sviluppo
dell'azione. In alcuni momenti il film si interrompe e lascia lo
spazio agli spettatori di interagire: uno speaker interloquisce
con il pubblico che ha, in questo modo, ha la possibilità
di far proseguire la storia in un senso o nell'altro con un radiocomando.
Quasi come nel film "Sliding doors", con la differenza
che è il pubblico a montare e non il regista. Una curiosità:
i radiocomandi sono quelli usati nelle assemblee degli azionisti
delle grandi banche. Sicuramente un buon esempio di uso creativo
della tecnologia.
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