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Quali metodologie per la scuola?
Alessandro Rabbone riapre i lavori del pomeriggio tentando di recuperare
le suggestioni del mattino, coniugandole con la visita della Biblioteca
Multimediale di Settimo che abbiamo avuto modo di visitare nel corso della
pausa per il pranzo.
La scuola si deve anche porre come agente attivo per quanto concerne l’utilizzo
delle tecnologie e delle nuove forme della comunicazione.
Troppo spesso ci si sente dire che “prima” di portare i ragazzi nel laboratorio
di informatica gli insegnanti devono essere alfabetizzati alle Nuove Tecnologie:
si tratta di una tendenza che certo deve essere superata. Il discorso
della “padronanza” è quello che in qualche modo mette al sicuro rispetto
all’idea del “mettersi in gioco” da parte degli insegnanti.
La didattica deve interrogarsi in prima persona sulle finalità, sullo
scopo dell’essere in Rete, del comunicare collaborando, in questo senso
troppo spesso la mancanza di padronanza è assunta a scusante di una didattica
che fatica a realizzare lo statuto del proprio ripensamento radicale,
che l’egemonia delle nuove forme di comunicazione rende sempre più urgente.
E’ necessario porsi problemi che riguardano il diritto genuino alla cittadinanza
digitale di ciascuno di noi. Scuola ed Istituzioni pubbliche e private
sono chiamate a collaborare ed interagire per creare soluzioni che, fondate
sul reciproco rapporto tra gioco, partecipazione e apprendimento, possano
portare ad istanze genuine di rinnovamento nell’ambito dell’apprendimento.
In questo senso si colloca il progetto “Iperteca”,
che colloca all’interno del sito di “Trovarsinrete” una selezione di giochi
on line classificate secondo sei tipologie di interazione didattica.
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