Per la rassegna "Ad opera d’arte" 

la classe 4 B della scuola "H.C.Andersen"

presenta

"STrAnIeRI"

Amici lontani… ma vicinissimi

Dalla xenofobia alla consapevolezza,

 attraversando i territori della fiaba interculturale

Direzione Didattica IV Circolo - Settimo T.se

Anno scolastico 2001/2002

Sceneggiatura

Scena 1: RACCOLTA di articoli proiettati sullo schermo (Telo bianco)

Il computer manda le immagini di ritagli di giornale con titoli poco rassicuranti sugli stranieri

Scena 2 Tutti entrano in scena con giornali aperti e commentano i titoli contro l’immigrazione

B 1: Ah! Non se ne può proprio più di questi stranieri

B 2: guarda qua, ci sono troppi delinquenti.

B3: sì, ci sono troppi extracomunitari

B 4: extraco… extracosa??

B 5:  ehi, non sai proprio niente. EXTRA = vuol dire fuori, fuori di, e COMUNITARI = che non appartengono alla comunità, semplice no?

B 4:  cioè stranieri!

B 6:  proprio così.

B 4:  ma perché?

B 7:  perché cosa?

B 4:  perché EXTRACOMUNITARI?  Un americano, un australiano, mica lo definiamo extracomunitario; diciamo americano o autraliano e basta!

B 1, b2, b3, b 5, b6, b7: ma noi ci riferiamo ai neri, ai cinesi, e anche agli albanesi!!

B 4: che senso ha?

B1: uffa, sei proprio ostinato!   Si dice così e basta, non bisogna indagare più di tanto.

B 4: beh, a me piace capire la ragione delle cose e non mi accontento di risposte superf ….(...iciali..)

Entra in scena Josè

B 8:   Sssst. Zitti! Guardate, ne arriva uno.

B 9:   ha la pelle scura, uhmmm, non c’è da fidarsi! Dev’essere un tipo poco raccomandabile.

 

J : ciao ragazzi! Come state? Vi va di dare quattro calci al pallone?

B 9: noi non giochiamo con gli sconosciuti e tantomeno con gli E-X-T-R-A-C-O-M-U-N-I-T-A-R-I, vattene via!

J: ma come mai siete così nervosi e superficiali? Non vi ho mica fatto niente.

B 8 : tu no, ma non si può mai sapere, quelli di altre razze…

B 5: inferiori

B8: …sono sempre pericolosi, lo dicono tutti!

Entra in scena Letizia e si avvicina al suo amico Josè

 

 

Rivolta a Josè

L: che succede Josè?

J.: ciao Letizia, oh niente, sempre la solita XENOFOBIA

B1 : EHI, VACCI PIANO BAMBOCCIO non capisco cosa vuol dire ma ti avverto: non accettiamo insulti!

L.: XENO FOBIA = VUOL dire odiare tutto ciò che non è del vostro paese, ma tanto non capite.

Non farci caso: gli xenofobi sono persone ignoranti e paurose: trasformano la loro ignoranza e la loro paura in odio fanatico.

J.: sì, va be',  ma è una brutta malattia!...

L.: ...ma con tanta cura e tanta pazienza si può curare.

Entra in scena Chiara

C: ciao, ehi voi due non siete di qui

L e J: no, come dicono loro, siamo EXTRACOMUNITARI

C: che stupidaggine, siete due amici in più e basta, ecco cosa siete.

Comunque, io sono molto curiosa e siccome mi siete simpatici, voglio sapere tutto sul mondo e sulla cultura da cui provenite

J: finalmente una persona ragionevole. Noi siamo i discendenti di un popolo fiero: gli INCA che vivevano in un vasto impero in America del Sud

L.: io sono appena tornata da laggiù, c’era un clima stupendo, muy ………………….

Chiara : dev’essere un paese incantevole

J: ti faremo un piccolo regalo, ti racconteremo una storia che radici molto antiche: la storia del serpente magico

Scena3. Si abbassano le luci e inizia il racconto, la voce sfuma si sente una musica in lontananza si chiude la scena. Buio

C’era una volta…..un serpente che viveva ……

Scena 3 si illumina su un ambiente maya disegni proiettati dal computer sullo schermo. I b. sono truccati con le piume e i trucchi facciali

1° quadro

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  21/3/02 L’INCA , IL SERPENTE E LA NOTTE
Scena vuota. I tre narratori scendono o arrivano dal pubblico
  •  Una sera , senza che nessuno, ne abbia mai saputo il motivo, la notte fuggì via dalla terra portando con sé la luna e le stelle, l’alba e il crepuscolo, l’ombra e il fresco.
  • Il sole iniziò a risplendere al punto che gli uomini e gli animali non potevano più riposare. Nemmeno per un istante.
  • Esausti,con le pupille bruciate, supplicavano il cielo perché quel calore avesse fine.
  • Solo i serpenti resistevano indenni alla cattiva sorte: potevano infilarsi nel mondo delle pietre per riposarsi. Erano in possesso della magia della notte!!
Entrano Inca, Sacerdote e Scorta (Eleonora, Gabriele, Chiara, Letizia, Josè)  
(Sacerdote) :

Solo tu , che sei il nostro capo, puoi parlare con il re dei serpenti!

gli inca Và da lui (e tutti insieme) …… e chiedigli la

NOTTE in cambio del nostro arco gigante e delle frecce mortali.

(L'Inca) : Presto! Al palazzo delle tenebre!
Entrano in scena i serpenti (Paolo, Andrea S., Salvatore) (Re dei Serpenti) : (sibilando) Chi sei tu,che osi

interrompere la nostra siesta?

(L'Inca) : Sollevo l’arco degli Inca, depongo le frecce ai tuoi piedi in segno di pace.

Oh re dei serpenti, il mio popolo non può più continuare a vivere senza ombra, senza fresco e senza la notte.

(Sacerdote) : Donaci le tenebre, in cambio ti offriamo il GRANDE ARCO!
(Re dei Serpenti) : Uomo, che me ne faccio del tuo arco, io

che non ho mani?

 (Inca) : Hai ragione, abbiamo sbagliato. Ti salutiamo o re delle

tenebre!………..

Se ne vanno serpenti e Inca.  
Entrano i Saggi Tornati al villaggio, si riunì il Gran Consiglio degli anziani e i 4 saggi pensavano, facevano offerte agli dei……e suggerivano
  • mais
  • oro
  •  tabacco
  •  cacao

poi ebbero un’idea:

1° S.: Offriamo una maraca al re dei serpenti: è un dono

divertente!

2° S.: Che invoglia al movimento!
3° S.: E’ un regalo fragoroso!
4° S.: Con il quale potrà far ballare il suo popolo. Andiamo!
Consegna al capo Inca la maraca ed escono di scena. Partono Inca, Sacerdote e 4 saggi.  
Entrano i serpenti (Re dei Serpenti) : Ti aspettavo! Ma che uso posso fare di questo mulinello, io che non ho mani? (urlando)
 (Inca) : Non ti arrabbiare. Attaccherò la maraca all’estremità della tua coda. Così diventerai un vero animatore di feste.
  Il re dei Serpenti strisciò, guizzò, si arrotolò e alla fine approvò il regalo.
(Re Serpenti) : Sono d’accordo, Inca. Questo dono mi servirà a distrarre il nostro popolo. (rivolgendosi ai serpenti servitori) Che gli sia portata un po’ di notte!
I serpenti portano la notte  
(Inca) : E’ troppo leggero questo sacco! Che cosa desideri o re per concedermi la notte intera con tutte le tenebre?
(Re dei Serpenti) : La notte intera? Tutte le maraca del mondo non basterebbero. Portami piuttosto un grande orcio con il terribile veleno delle tue frecce.
Se ne vanno tutti, entrano i narratori.  
AND B : A questo punto il capo degli Inca prese il piccolo sacco e corse al villaggio.
Entrano Sacerdote, Inca e Scorta  
GLO :

 

Non appena videro il piccolo sacco gli Inca si gettarono a terra e una magnifica notte ricoprì la terra. Ma fu così breve che gli uomini ebbero appena il tempo di fare un sogno.
(Sacerdote) : Questo sole abbaglia le nostre pupille!

Tutto come prima!

GAB : Riempiamo di veleno l’orcio per godere di una vera notte, ricca di stelle

e di sogni.  (riempiono l’orcio)

Entra il narratore Raccogliere goccia a goccia il veleno fu un’operazione lunga e difficile sotto il sole cocente che bruciava braccia, corpi e schiene.
rientra in scena L' Inca Andiamo per la terza volta dal Re dei Serpenti, al Palazzo

delle Tenebre.

rientrano in scena i serpenti (Re dei Serpenti) In cambio del veleno ti offro un grande sacco con tutta la notte e le tenebre.
(Sacerdote) : Grazie, ma che cosa farai di tutto questo veleno?
(Re dei Serpenti) : Il mio popolo è debole e indifeso: ci potremo finalmente difendere dall’attacco dei nemici (sibilando). Ora vai ma non aprire il sacco prima del tuo arrivo. Infatti la notte invaderebbe la terra, prima che io abbia potuto distribuire tutto il veleno al mio popolo.
(Inca) : Fidati di noi, Grazie! Addio.
e ne vanno i serpenti e gli Incas incontrano i pappagalli. (Pappagallo) (pigolando con tutte le sue forze) :

Accorrete!  Accorrete!  gli Inca tornano dal Regno dei Serpenti con

un sacco pieno di notte e di tenebre!

Tutti gli uccelli della foresta accorsero e si precipitarono sul sacco. Pappagalli: MIR – ALE – MGIO’
(Sacerdote) : Noo!!!  Non toccate!  E’ la nostra unica salvezza!!
(Pappagallo) : Strappiamo il sacco! Rubiamo noi la notte
GLO : narr. Subito ne sprizzò una notte fitta di stelle che ricoprì la terra. Nel frattempo il Re dei Serpenti che stava distribuendo il veleno al suo popolo, non vide più nulla e i serpenti persero la testa, sibilarono, e alla fine rovesciarono l’orcio.
Entrano i serpenti e si azzuffano strisciando e sibilando 1°Serpente: Voglio tanto veleno!

2°Serpente: Anch’io ne voglio!

3°Serpente: Io non ne ho preso neanche un po’!

4°Serpente: Datene anche a me!

MAN : narr. Ecco perché alcuni serpenti sono velenosi e altri no.   Ma bisogna prestare molta attenzione.

Non è facile capirlo tranne che per i serpenti della famiglia del Re: loro

hanno una maraca all’estremità della coda.

   

FINALE

JO : Questo è il racconto che ci hanno tramandato i nostri nonni
LET : Vi è piaciuto?
CHI : Mitico!
ELE: Bello!
CHI – ELE : Troppo forte!
MAR F: Lo sapevo. Vedete che avevo ragione! C’è sempre molto da imparare da altre culture, gli altri, diversi da noi, sono una fonte di ricchezza e di riflessione.
GAB : Sarà … ma io non mi fido
CHI : E fai male, se continuerai così non potrai mai fidarti di nessuno e vivrai da solo nella tua ignoranza
GAB : Forse hai ragione. Ci devo pensare ancora un po’.
MAR C : (Arrabbiato) Io resto della mia idea, gli stranieri sono tutti poco raccomandabili! E poi, io ho la mia cultura e le mie tradizioni, non voglio sapere niente degli altri, anzi, sapete cosa vi dico? Io non andrò mai in altri paesi stranieri, non mi fido, io non mi muovo di qui!!!
JO : Ma … non è possibile
MAR F : N,o Josè ognuno deve avere la propria opinione!
(Tutti se ne vanno con Jo e Let)
ELE : Resta lì: noi andiamo a giocare
GAB : Chissà che un giorno o l’altro non cambi idea.
Tutti in coro : e non ti venga voglia di venire con noi!
(Se ne vanno abbracciati)
CHI : E magari, imparerai qualcosa di più!

Si spegne la luce. Marco C rimane solo, perplesso.