Intervista a nonno Natale di Stefania R.
Ero militare, quindi avevo più di 20anni.
Abitavo a La Cassa però in quel periodo ero militare nella Regia aereonautica come aviere
Essendo in caserma mangiavo il rancio militare(spesso c'era il minestrone ,il brodo ,a volte c'era la carne).L'acqua la bevevo dalla borraccia che riempivo alla fontana.
Io ero militare, mangiavo in caserma e non è mai mancato il cibo.
Il RAZIONAMENTO Per molti italiani il ricordo della seconda guerra mondiale fa pensare alla fame, alla paura e alla povertà. Ogni persona a seconda dell'età e del lavoro, riceveva una tessera di carta stampata(tessera annonaria) con sopra dei bollini; ogni bollino permetteva di comprare, quel giorno, ad un certo prezzo un certo genere alimentare. Per esempio nel 1941 la quota di pane di ognuno era di 200g. al giorno saliva a 300 per gli operai e a 400 per chi era addetto a lavori pesanti; nel marzo 1942 essa venne ridotta di 50g. In questo periodo si sviluppò il mercato nero; chi lo praticava, rivendeva illegalmente, a prezzi altissimi, merci di ogni genere accumulate precedentemente. Negli ultimi mesi di guerra per le famiglie italiani procurarsi il cibo rappresentò la preoccupazione principale: chi doveva fare spesa, usciva la mattina presto e girovagava alla ricerca di mercati che vendessero qualche cosa. |