Diario di Bordo | |||||||||
Roberto Maragliano e Domenico
Parisi
"Il computer è come Stargate, la "porta delle stelle" del film e del serial televisivo. E' la porta d'accesso al presente e al futuro. Chi varca la porta entra nel presente e nel futuro. Chi non varca rimane al di qua. La scuola non può restare al di qua." (Domenico Parisi) "Assumere i media non come veicoli ma come "ambienti" del sapere, del saper fare, dell'essere,del sentire; non dunque in quanto strumenti per trasmettere un qualcosa che è già dato, ma come agenti di una nuova sensibilità culturale, sociale,esistenziale." (Roberto Maragliano) |
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L'incontro si è articolato in due diversi momenti non solo temporali. Dalle 16.00 alle 17.30, l'incontro con i due Professori era con gli insegnanti che seguono il Progetto. Nella seconda parte, dalle 17.30 in poi, l'incontro si apriva al pubblico per la presentazione dei libri di Maragliano e Parisi. Il dibattito è da subito vivace e la prima e la seconda parte dell'incontro si fondono impercettibilmente tra di loro. I temi che vengono toccati nel pomeriggio sono rilevanti, stimolanti ma anche scottanti. Per primo prende la parola Roberto Maragliano: Internet e le tecnologie devono essere insegnate nelle scuole da persone e non da ruoli, questo significa mettersi in gioco completamente; in questo senso Maragliano vede Internet come espansione di se stesso e sottolinea la necessità di misurarsi, quando si parla di scuola e multimedialità, con il complesso del sistema di comunicazione della scuola. Bisogna, in sintesi "portare il mondo globale dentro la scuola." E siamo così entrati nel vivo del tema "la scuola che cambia", un tema forte, che serve giusto a Carlo per dare il La a Domenico Parisi. L'interrogativo è: la scuola è disposta a cambiare all'interno di una società che cambia? Parisi risponde che l'obiettivo ultimo del suo lavoro è capire cosa le nuove tecnologie possono fare per capire cosa la scuola deve fare, cosa di nuovo deve insegnare. Il suo, infatti, è un libro duro e afferma che è come essere in un tunnel. Ma ci sono alcune vie, secondo Parisi, per uscire dal tunnel. Per esempio insegnare la storia in un modo nuovo. I ragazzi devono capire attraverso la storia il mondo in cui vivono. Non bisogna più fare una storia preoccupata ma che sia una scienza che sia una spiegazione, che non sia solo storia dell'Occidente, che passi attraverso nuovi strumenti. La scuola di oggi non prepara a capire come funziona la società. Interviene l'insegnante Michelina: dice di avere iniziato a leggere il libro di Parisi, Scuol@.it e che la sua prima reazione è stato il desiderio di volere insegnare italiano invece di ciò che insegna attualmente ovvero matematica. Tiziana dice che sapeva di essere in un tunnel e conferma che ci sono problemi soprattutto in relazione all'insegnamento della storia. Interviene Stella, che insegna lingua e storia. Fa notare che la memoria del bambino è locale. Dice che è arrivata nella loro classe una bambina argentina e che il fatto ha creato non poco scompiglio. Dal dibattito sulla storia insegnata la visuale si allarga alla scuola in generale: prende la parola Toni, parla del "Documento dei saggi" in cui si dice che ciò che viene insegnato deve valere la pena. Ma questo "mandato", a suo parere, nella scuola odierna è disatteso. Bisogna cambiare la testa degli insegnanti. Per esempio, perché non partire dalla visione di un film per spiegare la filosofia a scuola? Le parole di Toni scatenano gli altri insegnati. Ogni insegnante ha da dire la sua a proposito di cosa si deve cambiare della e nella scuola, cosa funziona e cosa no. In chiusura, se un dibattito del genere si può considerare chiuso, una domanda sospesa: cosa dobbiamo portare della istituzione-scuola nel globale? Altri contributi e link:
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