Bombe

Le bombe cadono sugli innocenti

Cose tremende

...Cose tremende, perché di giorno sì, succedeva che suonava l’allarme, ma i bombardamenti erano più di notte, quando tu eri a letto. Durante il giorno quando suonavano le sirene s’interrompevano le lezioni, andavamo tutti nei rifugi, che erano stati fabbricati apposta per evitare i bombardamenti, oppure nelle cantine, e fino a quando non suonava di nuovo la sirena che diceva che era cessato l’allarme, non si tornava più in classe, si stava lì nelle cantine, si parlava, si stava tutti insieme.

La sirena annunciava l’arrivo degli aeroplani che potevano bombardare. L’allarme era pericoloso o limitato: era pericoloso quando già gli aerei erano sopra di noi, eh sì, sopra la città; limitato quando stavano per arrivare. E poi c’era il cessato allarme quando tutto era finito.

Per me che ero un ragazzo quando li vedevo arrivare e passare sulla testa per andare a Torino, era un divertimento, perché mi vedevo questi aerei, così belli, tutti luccicanti, ce n’erano tanti, uno dietro l’altro in squadriglia, io pensavo: “Guarda, passano gli aerei!”, poi ogni tanto passava qualche caccia bombardiere, si abbassava, buttava giù qualche bomba, poi ripartiva. Per noi ragazzi era quasi un divertimento, non è che ci spaventassimo, eravamo un po’ incoscienti!

Per me no, e ma in campagna era così, no io ero ad Asti città e lì c’erano le fabbriche, però a Torino era tutto un altro discorso.”


GranBretagna 1940
preghiera durante un raid aereo su Londra
foto: GeorgeRodger /Magnum

Le bombe su Torino

“Io che ho vissuto a Torino, no, per il semplice fatto perché avevo il terrore! Come sentivamo il segnale di allarme era un fuggi fuggi, anche la sera, andare in cantina, in cantina allora, i bambini che piangevano, le vecchie che pregavano, le mamme che cercavano di consolare i bambini, inffreddoliti perché ci svegliavano all’una, le due, le tre di notte, eravamo bambini, praticamente, avevamo 7-8-9 anni, il rumore, le bombe che cadevano, i muri che tremavano della cantina, che tu li sentivi vicino, perché a un certo punto andavamo fuori, tanto piuttosto di morire soffocati come i topi, andavamo fuori all’aria aperta, vada come vuole, se c’è da morire moriamo!

Però c’è stato un periodo che partivamo alla sera verso l’imbrunire, si prendeva il tram, si arrivava fino a Sassi dove c’era il trenino per andare a Superga, di lì ce la facevamo a piedi fino a San Mauro.
Andavamo nella scuola di San Mauro, perché lì c’era la scuola per i rifugiati e noi si era sfollati. Di lì passavano gli aerei, ma non hanno mai bombardato, erano di passaggio. Noi partivamo da Torino e poi ritornavamo al mattino perché i grandi dovevano andare chi a lavorare e noi a scuola. Ma si faceva tutta la strada a piedi, dormivamo nella scuola di San Mauro.

Non si può dimenticare

A raccontare la guerra è un bel raccontare, ma chi l’ha vissuta, credetemi bene, se la ricorderà per sempre; a beh sì, io mi ricordo una volta eravamo nella città di Vicenza, è suonato l’allarme, ci siamo rifugiati nelle varie cantine dove si poteva, hanno bombardato, io piangevo disperato, ero carico di calcinacci, perché hanno abbattuto anche la casa dove eravamo rifugiati, bene! Questo era niente!
Quando siamo usciti, era una cosa, ragazzi, indescrivibile: gente che piangeva, gente mutilata mezza bruciata dalle bombe, la puzza di carne viva!
Questo, guardate, ce l’ho ancora dopo tanti anni! Era una cosa da non credere, io ve le racconto così adesso, ma chi le ha vissute se le ricorderà per tutta la vita! E’ un dolore solo a sentirlo!

Un’altra cosa, raccontava mia moglie che gli aerei bombardavano e mitragliavano. Vi racconto una piccola cosa brevemente: quando ero dell’età tua, facevo il chierichetto, un po’ più giovane ero, un pomeriggio sono andato in chiesa per la funzione, è suonato l’allarme, siamo usciti dalla chiesa e son tornato verso casa. E’ sceso un aereo a mitragliare, mi son fermato un attimo per guardare l’aereo, un signore mi ha sorpassato, e mi ha salvato la vita, perché quello ha preso le pallottole dell’aereo al mio posto, è destino!

Pensate un po’, sono episodi questi da ricordare! ...

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